mercoledì 24 febbraio 2016

Al paradiso delle signore

Visto The Paradise qualche tempo fa, appena avuta l'occasione mi sono buttato sul romanzo che lo ha ispirato.
Poco in comune con la serie britannica che focalizzava sui due protagonisti e le persone a loro intorno.
Nel romanzo i protagonisti sono:
1), naturalmente, il grande magazzino, metrofaga insaziabile, descitta in tutto il suo barocco splendore, nella ricchezza delle vetrine, merci, lampioni, candelabri, fin dentro le viscere dei magazzini e le cucine e le caldaie. I suoi dipendenti, nei vari gradi gerarchici, tutti affamati, stanchi e ambiziosi e pronti a tutti pur di strappare una cliente al collega e prontissimi a dilapirade i guadagni di una settimana nella sola domenica, incapaci di pensare al futuro.
2) il nuovo che avanza e schiaccia il vecchio incapace di comprenderne il senso, il ritmo, la velocità lo scopo ultimo.
La desrizione della vana lotta dei commercianti di quartiere presi da un lato dalla del grande magazzino e dall'altra dagli stravolgimenti edilizi voluti dall'imperatore per rifare Parigi.
La descrizione della vita quotidiana dei commessi, i tanti piccoli caratteri che affollano il grande magazzino, tracciati con pochi ma precisi tratti, quel tanto che basta per renderli vivi e riconoscibili anche al giorno d'oggi.
Potrebbe essere un documento storico, se non stessimo vivendo la stessa vicenda ai giorni nostri con i gli internet store e i centri commerciali fuori città, i problemi di parcheggio in città, i negozi di quartiere che non riescono a restare aperti 24/7, il franchising che annulla le differenze tra negozio e negozio.
Tutto già avvenuto, che avviene e che avverrà di nuovo con quello che verrà, qualunque cosa sarà

Nessun commento:

Posta un commento